Sara.


Quel pomeriggio di Luglio
il sole stava calando e ancora bruciava,
ed un fiore ancora non si era aperto.

Nudo, spoglio, disorientato, derubato della sua linfa.
Il suo stelo era viola come lividi sulla pelle.
La sua corolla sapeva di ruggine come il sapore del sangue in bocca.

Tutto sembrava irreale, tranne il senso di solitudine e la rabbia.

Voleva provare il brivido di aprirsi la notte, ma le stelle non lo avrebbero aiutato.

Non poteva sapere che la voglia di vedere la luna 
lo avrebbe privato della luce del sole e della sua luce.



TIMIDO FIORE
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TIMIDO FIORE

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